Le serrande di Fec, bowling e sale giochi sono abbassate ormai da circa due mesi per colpa della pandemia. Gli operatori fremono per la riapertura e i più lungimiranti vi si stanno preparando

Il comparto dei giochi sta vivendo una situazione pesante, visto che ora come ora non si sa quando sale giochi, sale slot, Fec e bowling potranno riaprire data l’emergenza Coronavirus. C’è chi ipotizza i primi di giugno, chi fine giugno e chi teme addirittura settembre o oltre. Molti confidano nelle scelte che faranno i singoli Governatori. La sua previsione?
“Non è semplice farne in questo momento. Come sempre, il nostro settore paga l’essere stato etichettato dai media come quello da vessare con le tasse, da punire, e sempre tale è il pensiero dei governanti quasi all’unanimità. Paghiamo inoltre anche il fatto che non siamo mai stati in grado di difenderci in maniera organica, ma forse questa situazione problematica è stata in grado di renderci più uniti. Stiamo collaborando maggiormente con l’intera filiera del gioco nella sua totalità, stiamo organizzando riunioni con esponenti del Governo e dei Monopoli di Stato, e ci stiamo interfacciando in maniera più strutturata, più compatta. Le norme così stringenti e rigide che ci sono state imposte nell’ultimo periodo ci hanno effettivamente unito più di quanto non avessero fatto in precedenza: probabilmente se avessimo avuto questa vicinanza cooperativa anche prima il nostro rapporto con le istituzioni si sarebbe potuto sviluppare meglio. In ogni caso, prima di effettuare previsioni sulle riaperture, dobbiamo avere ben chiari gli sviluppi e i risvolti di questa Fase 2: a che pro lanciarsi in una riapertura troppo entusiastica e avventata, se poi a fronte di un peggioramento dei dati sanitari dovesse esserci un nuovo lockdown? Sarebbe controproducente e le conseguenze sarebbero fin troppo dannose”.

Indipendentemente da quando sarà l’effettiva riapertura, da imprenditore, lei come si sta preparando?
“Tentando di studiare tutte le soluzioni possibili, valutando come ridisegnare gli spazi e valutando come applicare tutte le precauzioni necessarie. Il comportamento di ciascun imprenditore, ovviamente, dipende anche dalla sua realtà d’azienda, dalla tipologia di intrattenimento in cui si specializza e in particolare dal bacino d’utenza della sua location. Adempiere alle migliori procedure di sanificazione e disinfezione in un FEC di grandi dimensioni rappresenta una sfida ardua. La varietà degli esercizi pone dinanzi a svariate problematiche: ad esempio nei bowling alcune delle prospettive che si vanno delineando vedono un solo giocatore per pista. Nel mondo dell’arcade sarà importante capire come gestire le macchine multipostazione. Nelle gaming hall, in particolare nelle nostre dove slot machine e VLT sono molto vicine tra loro, bisogna definire come riaccogliere in maniera corretta il cliente. L’importante è che non rimaniamo fermi, e che facciamo il possibile per adeguarci ed attrezzarci. Dobbiamo utilizzare tutta la cautela necessaria per potere tenere aperti gli esercizi, e trasmettere così la nostra energia e voglia di ripartire”.

In questa fase è certamente importante mantenere viva anche la comunicazione con la clientela per non interrompere quel legame che la unisce al nostro locale, al nostro brand, al nostro staff.  Concorda?
“Senza dubbio, la comunicazione con la clientela è importante, anche se, oggettivamente, al momento l’attenzione del pubblico è catalizzata e influenzata da notizie atterrenti, che ne peggiorano l’umore. Tutti stiamo sperimentando lo stress dell’isolamento, tutti abbiamo sicuramente voglia di tornare alla serenità e alla tranquillità che caratterizza la normalità, e di uscire così da questa fase di depressione. L’uomo è di per sé un essere sociale, con bisogni di comunicazione e condivisione: esternare le emozioni è una sua necessità, lo sono gli abbracci, le strette di mano, le pacche sulle spalle. E la comunicazione è un aspetto fondamentale che tutti speriamo di poter tornare a sperimentare al più presto nella forma che apprezziamo di più. Il canale social è senz’altro utile, anche se comunque richiede un database utile dei clienti: è uno strumento di comunicazione non di semplice utilizzo per l’intero ambiente, dal momento che non tutte le realtà dispongono di una rete efficace né sono in grado di sfruttarne agevolmente i benefici”.

Gli esperti sottolineano che in situazioni di crisi, come è l’attuale, la comunicazione vada particolarmente coltivata anche con il proprio staff. Suggeriscono, per esempio, di essere trasparenti, positivi, aperti al dialogo e all’ascolto.
“Tutte le aziende bene amministrate si fondano sul superamento della relazione limitata al mero rapporto datore di lavoro-dipendente, per assumere più la dimensione di una grande famiglia. E questo deve essere fatto capire con i fatti, bisogna fare sentire la propria vicinanza ai propri collaboratori. Anche io con il mio gruppo ho una relazione molto speciale: voglio sempre impegnarmi per trovare soluzioni e sempre nuovi stimoli per loro. Sono consapevole del fatto che sanno che la ripartenza sarà lenta e richiederà molti sacrifici; io stesso e tutti i dirigenti ne abbiamo fatti, ne stiamo facendo e ne continueremo a fare. Ritorneremo però a fare squadra e a conseguire risultati, rafforzati dalle difficoltà di questa che, anche se in maniera non direttamente convenzionale, può definirsi come una guerra. Questo è un momento storico unico che in mezzo a tante brutture, ci sta però dando anche delle opportunità: come il cementare e intensificare maggiormente i rapporti gli altri, e il tornare a credere in valori che stavamo trascurando”.