Cosa possono ‘insegnare’ le fiere a un operatore dell’amusement? Ci risponde Roberto Marai

Con la ripresa del lavoro a settembre, tornano anche le fiere di settore: a ottobre Enada Roma e Roma Amusement Show, a novembre IAAPA Expo negli Usa, a gennaio EAG International a Londra ecc. Ma nell’era di Internet, è ancora utile per un operatore prendersi del tempo per esserci a questi appuntamenti?
“Sì, certo! Per un imprenditore che voglia essere sempre aggiornato sulle dinamiche del settore, penso che la partecipazione rappresenti un importante momento di condivisione e confronto con altri operatori e, nel caso di un imprenditore che espone anche una fondamentale occasione di incontro vis-à-vis con clienti attuali o potenziali. Durante le fiere solitamente vengono inoltre organizzati convegni e conferenze, in cui è possibile approfondire le proprie conoscenze e sensibilizzarsi alle problematiche inerenti al settore, in modo tale da identificare le migliori strategie e i migliori approcci alla vita lavorativa. Esserci di persona ha un’importanza significativa: lavorando attraverso uno schermo si perde la percezione effettiva di ciò che le macchine sono in grado di offrire come impatto visivo e sonoro e come coinvolgimento durante il gioco. Per effettuare valutazioni nella maniera migliore possibile, l’essere fisicamente presente ha la valenza di un vero e proprio investimento, che conserverà sempre e comunque la sua rilevanza nel tempo.”

Ci sono fiere come la IAAPA EXPO Europe appena conclusasi o la IAAPA Expo di Orlando che non sono specifiche del settore automatico, eppure molti operatori ne parlano bene. Lei è dello stesso avviso?
“Esistono numerosi business adiacenti al nostro: per l’operatore che intenda investire in centri di intrattenimento per famiglie è fondamentale approfondire la conoscenza di quanto si possa affiancare alla propria proposta di gioco, per aumentare l’appeal di un’offerta che sia in grado di soddisfare le diverse preferenze all’interno di un nucleo familiare. Diventa dunque importante la visione’ globale’ che la formula di IAAPA è in grado di fornire: permette di analizzare tutte le possibili sinergie per apportare vantaggi nel nostro settore.”

è in grado di fornire: permette di analizzare tutte le possibili sinergie per apportare vantaggi nel nostro settore.”

Lei è stato alla fiera di Parigi?
“Non ho potuto esserci personalmente, ma ho ricevuto un feedback dettagliato da parte di alcuni dei miei più stretti collaboratori che vi hanno partecipato. In questa, come altre recenti fiere si è notata una spinta particolare sulla realtà virtuale, aumentata e mista: si tratta di innovazioni, anche se non dell’ultima ora, che rappresentano una presenza sempre più rilevante nei centri di intrattenimento e vanno valutate con molta attenzione, in quanto presentano determinate caratteristiche che ben si sposano con quanto siamo in grado di offrire nel nostro settore. Un altro trend che si è potuto osservare riguarda il rilancio di giostre e ottovolanti: luna park e parchi divertimenti fanno parte di un business che ultimamente sta puntando con decisione sull’innovazione e i gestori stanno dando un contributo importante, con i loro investimenti, alla crescita del settore.”

La presenza di espositori cinesi va crescendo alle fiere, anche nel settore amusement. È un bene o un male?
“Alcune di queste imprese hanno una marcia in più rispetto ai loro competitor e riescono a imporsi sul mercato non solo con il vantaggio di un prezzo competitivo (un richiamo molto efficace ma non necessariamente sinonimo di investimento conveniente) ma anche con la capacità di rispettare interamente gli standard qualitativi europei e statunitensi. Conoscendo dunque in maniera approfondita i mercati di riferimento, nei quali si sono affermati per mezzo di prodotti che hanno riscosso successo, sono costantemente stimolate a migliorare sempre di più la loro offerta. D’altro canto, non sarebbe concepibile il pensiero che una realtà economica, geografica e politica dall’enorme rilevanza quale è la Cina possa rimanere esclusa dalle dinamiche del nostro mercato, come testimoniato dalle relazioni commerciali già tessute con aziende di spicco del panorama europeo e americano. Io vedo dunque in tutto ciò una realtà molto positiva e nutro la speranza che anche le aziende non ancora mature possano arrivare a interfacciarsi in maniera efficace, ponendo il loro focus sugli standard qualitativi.”